Finalmente! Sull'enorme albero davanti la nostra finestra saranno rimaste un centinaio di foglie al massimo, sparse qua e là per i lunghi rami sottili. La vista è un po' spettrale, giusto quello che ci voleva per un autentico Halloween americano!
No, non sono impazzita. Non ancora, almeno. E' solo che il pensiero della fine del lungo e devastante processo di spogliamento degli alberi non può che strapparmi un respiro di soglievo. Eh sì, perché se in Italia autunno significa arrancare disperatamente in vortici di foglie secche dimenticate, in quelle poche vie in cui incerti alberelli metropolitani si affacciano sulla strada, qui è tutta un'altra cosa. L'autunno di questa città americana, un po' rustica e un po' alternativa, offre degli spettacoli mozzafiato. Ovunque si spinga lo sguardo, le stade sono solo larghe strisce grige che si arrampicano tra gruppi di alberi forti, ciascuno rivestito con forma e colore diverso. Rosso, verde, giallo e arancio si combinano, alternano, completano. Le parole non possono descrivere quello che realmente si prova nel trovarsi qui, scoprendo come una delle cose più naturali del mondo possa essere così straordinaria. Eppure, come dicono i saggi, ogni medaglia ha il suo rovescio. Gli americani sono americani, e non lasciano mai niente al caso. Così, ogni mattina squadre di uomini vestiti con tute mimetiche, quasi fossero marines pronti a combattere, provvedono alla rimozione delle foglie cadute. Arrivano in due, a volte persino tre, sfrecciando sui loro trattorini rossi, che probabilmente altro non sono che tagliaerba semi-professionali. Corrono in modo apparentemente casuale da una parte all'altra della vasta distesa d'erba su cui si affacciano le nostre finestre. Tritano le foglie secche, fino a ridurle quasi in polvere, poi ripassando le aspirano. Il rumore che ne deriva è simile a quello di un aereo fermo sulla pista, solo un po' attenuato. Alcune volte arriva anche il valente John a dar manforte, con in spalla un arnese soffiatore che funziona a benzina. Lui si diverte, protraendo la durata del lavoro come un bimbo che lava i propri giochi nell'acqua di mare, mentre il gas di scarico prodotto finisce con l'inondare la tua casa.
Bene, le foglie sugli alberi sono quasi finite, ormai gli scoiattoli non possono più nascondersi, e le nostre mattine saranno più rilassate. E per ammirare il bel paesaggio autunnale dai mille colori... beh, aspetteremo il prossimo anno.
No, non sono impazzita. Non ancora, almeno. E' solo che il pensiero della fine del lungo e devastante processo di spogliamento degli alberi non può che strapparmi un respiro di soglievo. Eh sì, perché se in Italia autunno significa arrancare disperatamente in vortici di foglie secche dimenticate, in quelle poche vie in cui incerti alberelli metropolitani si affacciano sulla strada, qui è tutta un'altra cosa. L'autunno di questa città americana, un po' rustica e un po' alternativa, offre degli spettacoli mozzafiato. Ovunque si spinga lo sguardo, le stade sono solo larghe strisce grige che si arrampicano tra gruppi di alberi forti, ciascuno rivestito con forma e colore diverso. Rosso, verde, giallo e arancio si combinano, alternano, completano. Le parole non possono descrivere quello che realmente si prova nel trovarsi qui, scoprendo come una delle cose più naturali del mondo possa essere così straordinaria. Eppure, come dicono i saggi, ogni medaglia ha il suo rovescio. Gli americani sono americani, e non lasciano mai niente al caso. Così, ogni mattina squadre di uomini vestiti con tute mimetiche, quasi fossero marines pronti a combattere, provvedono alla rimozione delle foglie cadute. Arrivano in due, a volte persino tre, sfrecciando sui loro trattorini rossi, che probabilmente altro non sono che tagliaerba semi-professionali. Corrono in modo apparentemente casuale da una parte all'altra della vasta distesa d'erba su cui si affacciano le nostre finestre. Tritano le foglie secche, fino a ridurle quasi in polvere, poi ripassando le aspirano. Il rumore che ne deriva è simile a quello di un aereo fermo sulla pista, solo un po' attenuato. Alcune volte arriva anche il valente John a dar manforte, con in spalla un arnese soffiatore che funziona a benzina. Lui si diverte, protraendo la durata del lavoro come un bimbo che lava i propri giochi nell'acqua di mare, mentre il gas di scarico prodotto finisce con l'inondare la tua casa.
Bene, le foglie sugli alberi sono quasi finite, ormai gli scoiattoli non possono più nascondersi, e le nostre mattine saranno più rilassate. E per ammirare il bel paesaggio autunnale dai mille colori... beh, aspetteremo il prossimo anno.
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