Assistere ad eventi sportivi come partite di basket, baseball o foothball è requisito fondamentale per qualsiasi americano. Diciamo che il secondo - assolutamente stupido e noioso - e il terzo - stupido e incomprensibile - non ci interessano granché; invece il basket non ci dispiace, così non ci abbiamo pensato troppo prima di prendere i biglietti per una prestagionale di NBA in programma qui in città. E' vero, non siamo americani né aspiriamo ad esserlo, ma a volte sperimentare può anche essere divertente... E, in più, avere l'occasione di avere a un palmo di naso alcuni tra i più forti giocatori di basket del mondo non è mica cosa da buttare via! Dunque, siamo andati.
Che vi posso dire? E' da provare. Prima di tutto due parole sull'ambiente: come ve lo aspettereste il palazzetto in cui gioca la squadra dell'università? Se anche a voi la prima cosa che viene in mente è una palestra un po' freddina, con una decina di gradoni per il pubblico, e quattro sedioline a fungere da panchina... beh, allora mi consolo. Certo, come potevo pensare che due squadre dell'NBA giocassero in un posto simile non lo so. Ad ogni modo sono rimasta leggermente allibita nel ritrovarmi in una specie di San Siro della pallacanestro!
Dopo ever preso un po' tutti i tipi dei gadget dei Pacers distribuiti all'ingresso, salite quattro rampe di scale, abbiamo comprato una small pizza Papa John's ed un pretzel salatissimo e siamo finalmente andati a cercare i nostri posti. Incredibile. Un mare infinito di comode poltroncine imbottite, suddivise in settori rossi e blu, i colori della bandiera americana. Sul centro del campo c'erano anche sospesi quattro schermi per poter vedere le immagini riprese. La banda dell'università suonava e ballava, tingendo di rosso e bianco un intero settore. Prima dell'inizio hanno suonato l'inno americano, e noi ci siamo dovuti alzare mentre tutti gli autoctoni stavano a fronte alta e mano su cuore; a me veniva da ridere. Durante i time out e gli intervalli si susseguivano vari intrattenimenti: balletti delle cheerleaders professionali, che si sono cambiate ben tre volte, passando dai vestitini di glitters dorati a tenute sportive con tanto di cappellino in testa e numero sulla shiena; lancio delle magliette contro il pubblico con apposita miragliatrice ad aria compressa; lancio delle palline mediante altra mitragliatrice ad aria compressa; coreografia della squadra della scuola di cheerleaders dell'uniersità; mini-partita tra due squadre di basket di bambini di forse 8 anni - assolutamente impressionante; riprese di gente del pubblico che mostra i muscoli; tiri a canestro acrobatici della mascotte dei Pacers - che un paio di volte ha rischiato seriamente di farsi male; sfida a tempo di composizione di una panino umano - giochino che mi ha ricordato le tante sere passate a tifare inutilemte per l'Italia quando Rai Uno trasmetteva in eurovisione Giochi Senza Frontiere... altri tempi quando tutti aspettavamo il fatidico "attention... pre...!" e il fischio di Denis. Insomma, uno spettacolo dietro l'altro, per 2 ore e mezzo di divertimento. Se vi capita di passare per gli USA andate a vedere una partita di qualcosa, che sicuramente ne vale la pena.
Come dite? La partita? Ah, sì, certo che l'hanno giocata. Tra un intramezzo e l'altro c'erano degli spilungoni in nero che si contendevano la palla con degli spilungoni in bianco. Hanno vinto i bianchi, per la cronaca, ma solo perché erano la squadra di casa, e gli avversari hanno messo in campo le riserve per tutto il quarto tempo. Poco male: se anche Toni Parker c'è rimasto male, la bella Eva Longoria avrà sicuramente saputo come consolarlo al ritorno a casa!
Che vi posso dire? E' da provare. Prima di tutto due parole sull'ambiente: come ve lo aspettereste il palazzetto in cui gioca la squadra dell'università? Se anche a voi la prima cosa che viene in mente è una palestra un po' freddina, con una decina di gradoni per il pubblico, e quattro sedioline a fungere da panchina... beh, allora mi consolo. Certo, come potevo pensare che due squadre dell'NBA giocassero in un posto simile non lo so. Ad ogni modo sono rimasta leggermente allibita nel ritrovarmi in una specie di San Siro della pallacanestro!
Dopo ever preso un po' tutti i tipi dei gadget dei Pacers distribuiti all'ingresso, salite quattro rampe di scale, abbiamo comprato una small pizza Papa John's ed un pretzel salatissimo e siamo finalmente andati a cercare i nostri posti. Incredibile. Un mare infinito di comode poltroncine imbottite, suddivise in settori rossi e blu, i colori della bandiera americana. Sul centro del campo c'erano anche sospesi quattro schermi per poter vedere le immagini riprese. La banda dell'università suonava e ballava, tingendo di rosso e bianco un intero settore. Prima dell'inizio hanno suonato l'inno americano, e noi ci siamo dovuti alzare mentre tutti gli autoctoni stavano a fronte alta e mano su cuore; a me veniva da ridere. Durante i time out e gli intervalli si susseguivano vari intrattenimenti: balletti delle cheerleaders professionali, che si sono cambiate ben tre volte, passando dai vestitini di glitters dorati a tenute sportive con tanto di cappellino in testa e numero sulla shiena; lancio delle magliette contro il pubblico con apposita miragliatrice ad aria compressa; lancio delle palline mediante altra mitragliatrice ad aria compressa; coreografia della squadra della scuola di cheerleaders dell'uniersità; mini-partita tra due squadre di basket di bambini di forse 8 anni - assolutamente impressionante; riprese di gente del pubblico che mostra i muscoli; tiri a canestro acrobatici della mascotte dei Pacers - che un paio di volte ha rischiato seriamente di farsi male; sfida a tempo di composizione di una panino umano - giochino che mi ha ricordato le tante sere passate a tifare inutilemte per l'Italia quando Rai Uno trasmetteva in eurovisione Giochi Senza Frontiere... altri tempi quando tutti aspettavamo il fatidico "attention... pre...!" e il fischio di Denis. Insomma, uno spettacolo dietro l'altro, per 2 ore e mezzo di divertimento. Se vi capita di passare per gli USA andate a vedere una partita di qualcosa, che sicuramente ne vale la pena.
Come dite? La partita? Ah, sì, certo che l'hanno giocata. Tra un intramezzo e l'altro c'erano degli spilungoni in nero che si contendevano la palla con degli spilungoni in bianco. Hanno vinto i bianchi, per la cronaca, ma solo perché erano la squadra di casa, e gli avversari hanno messo in campo le riserve per tutto il quarto tempo. Poco male: se anche Toni Parker c'è rimasto male, la bella Eva Longoria avrà sicuramente saputo come consolarlo al ritorno a casa!
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