sabato 27 marzo 2010

alla scoperta di Chicago... Giorno III




Secondo risveglio nella grande città. Non avendo un programma ben preciso, pensiamo di cambiare stile di colazione, per sperimentare qualcosa di un po' più americano. Ed è così che, quasi per gioco, facciamo di Lou Mitchell's (565 W Jackson Blvd) la nostra meta; dicono sia uno dei posti più famosi, tanto che spesso si è costretti ad aspettare in fila il proprio turno. Piccolo problemino: si trova praticamente dall'altro lato del loop rispetto al nostro hotel, leggermente più ad ovest della stazione in cui siamo arrivati due giorni fa! Ma cosa sono, per due esperti camminatori come noi, quattro passi a stomaco vuoto?!? Così oltrepassiamo il Chicago River e iniziamo a costeggiarlo. Il nostro coraggio sembra subito ricompensato. Alcuni operai stanno oliando le giunture di uno dei tanti ponti mobili di Chicago, mentre sotto di loro un traghetto turistico è in sosta, con sopra un uomo al microfono che descrive l'architettura urbana, e non mancano neppure quattro lavavetri che, sospesi a mezzaria, lustrano scrupolosamente la facciata di un grattacielo. Ma lo sapete che gli schizzi di acqua e sapone arrivano sulla strada ad una distanza impressionante?? In un primo momento pensavamo stesse iniziando a piovere!
Dopo una piacevole passeggiata durata circa un'ora, eccoci arrivati. Siamo fortunati: non dovremo aspettare. Il locale è grande e molto "americano"; tra bancone, tavolata comune e tavoli singoli addossati al muro, scegliamo questi ultimi - ma solo perché così pensiamo di poter stare più a lungo. Ogni coppia di posti ha la sua fiaschetta di sciroppo d'acero, una coppa di marmellata all'arancia ed una di gelatina alla ciliegia. Immediatamente arriva la tazzona di caffé, che verrà poi riempita gratuitamente ogni volta che sarà necessario. Decisi ad osare, ma non troppo, ordiniamo una porzione di tre Pancake ed una di Waffle, che ci vengono recapitati con circa una decina di monoporzioni di burro. Inutile dire che, per riuscire a finire tutto, abbiamo dovuto impegnare tutta la nostra buona volontà... Però ne è valsa la pena! Ah, volete sapere cosa mangiavano gli americani? I più avevano una padellina con dentro uova, o omelette, con due salsicce arrosto, oppure pancake o waffle accompagnati da bacon profumatissimo... oppure tutte queste cose messe insieme! E non state ad immaginare che fossero chissà quali obesi ragazzotti perdigiorno; parlo di bambini, anziani, giovani e piancenti trentenni accompagnate da uomini di mezza età in giacca e cravatta.
Con lo stomaco stracolmo ripercorriamo in tutta tranquillità le vie del loop. Ci fermiamo per qualche minuto nel Daley Center Plaza, dove in un angolo si eregge l'enigmatica scultura di Picasso. Eppure l'intrattenimento maggiore risulta un altro: impiegati di entrambi i sessi spendono la pausa pranzo seduti al sole, seguendo una partita di basket proiettata sul palazzo al di là della strada! Dopo un paio di foto, e qualche risatina, proseguiamo. Questa volta siamo proprio in america: giovani dipendenti che si dirigono velocemente al fast food dietro l'angolo, uomini d'affari col caffé in mano, e persino la classica scena della donna che esce dal "supermercato" con lenormi sacchetti di carta tra le braccia gridando TAXI!!! .
Tornati a nord, spendiamo il pomeriggio al Navy Pier, centro essenzialmente turistico che si protunde sul lago. Locali, strade per il passeggio pedonale, ormeggio di traghetti turistici e navi- ristorante, e piccolo parco giochi con tanto di ruota panoramica e casa degli specchi. A dire il vero, sarà per la stanchezza che inizia a farsi sentire, ma questo posto tanto famoso, a parte la vista meravigliosa che offre della città, non ci entusiasma poi molto!
Quando scende la sera, Chicago si illumina ed è una vero spettacolo! Intanto, agli angoli delle strade qualcuno suona il sassofono cercando di racimolare qualche dollaro. Noi ci inoltriamo nella zona dei locali costosi, in cerca di un posto per noi abbordabile dove mangiare qualcosa, e magari ascoltare un po' di musica. Scartati i ristorantini di pesce dall'aria pretenziosa, davanti ai quali vediamo persino una Ferrari parcheggiata (dall'insolito colore verde bottiglia?!?), scegliamo un piccolo e buio pub, senza tavolini all'aperto. All'interno non è male: pareti rosse e luci soffuse, lo spazio è quasi interamente occupato da un ampio bancone circolare. Seduti su due sgabelli attorno ad un alto tavolino scopriamo che Jilly's (1007 N Rush Street) era il bistrò preferito di Frank Sinatra. Dopo aver mangiato un enorme humburger con patatine - niente male davvero! - ordiniamo un margaritas per due. Intanto il locale si è riempito. Un'elegante signora sulla settantina sorseggia un bicchiere di vino bianco seduta al bancone, accanto a lei una ragazza un po' troppo rotandetta chiacchiera allegramente con uno sconosciuto dalla camminata incerta, mentre una coppia di amanti di mezza età, lei dal viso in plastica e i capelli biondissimi, si baciano o parlano ma senza mai un sorriso. Qua e là gruppi di uomini sulla cinquantina, con bicchiere in mano e le facce rilassate. In un angolo un omone senza capelli canta brani jazz accompagnandosi con la tastiera. Ogni tanto, qualcuno invita la signora per un ballo, allora lei si alza, e si muove con un'eleganza che fa quasi invidia; alla fine applaude e torna a sedersi da sola. Un po' di Chicago, insomma, per una seratina tranquilla e piacevole. Ma se siete davvero amanti del jazz, e passate da quelle parti, nel locale accanto suonano gruppi dal vivo, però dovete scusarmi: non ho segnato il nome!

domenica 21 marzo 2010

alla scoperta di Chicago... Giorno II



Dopo una bella dormita siamo pronti per una nuova avventura. Zaino in spalla e barilotto di caffé in mano, lasciamo l'albergo alla ricerca di un posto per fare colazione. Per questa volta ci rifugiamo nel colorato Dunkin Donuts dietro l'angolo, uno dei locali della famosa catena americana. Seduti attorno ad un tavolinetto giallo, mangiamo ciambelle glassate progettando l'itinerario odierno; intanto una fila ordinata di persone d'ogni tipo ed età si snoda davanti al bancone.
La giornata sembra promettere bene: nonostante sia solo marzo, e la fama della Città del Vento per le sue temperature non troppo ospitali, le condizioni sono tali da spingerci ad affacciarci sul lago. Qui, attraversato un sottopassaggio, scopriamo un lungolago pedonale e ciclabile, rispettabilmente popolato: sembra che in molti abbiano deciso di approfittare di questo bello scorcio di primavera! Il sole brilla alto nel cielo azzurro, infuocando le acque calde del lago incoronato dalle vette dei grattacieli. Passeggiando verso nord - nel frattempo approfittiamo per scattare ancora qualche foto - raggiungiamo Lincoln Park, dove vialetti e ponticelli si snodano tra piccoli laghetti e aiuole alberate, popolate di gabbiani e scoiattoli: compagnia originale, no? Se chiudiamo gli occhi riusciamo quasi ad immaginare lo splendido spettacolo che si può osservare nei mesi più caldi... Ma ecco che una musica da giostra inglese, portate dal fresco venticello lacustre, cattura la nostra attenzione. Poco più in là, scopriamo un piccolo zoo gratuitamente aperto al pubblico, dove bimbi d'ogni età si lasciano affascinare dalla vista di un leone un po' troppo dormiglione, e qualche scimmietta dispettosa. Non mancano, ovviamente, un bar con tavolini all'aperto e un piccolo chiosco dove acquistare pop corn! E per chi preferisse la flora alla fauna, una serra a più stanze offre un piacevole spettacolo visivo ed olfattivo.
Lasciato il parco, ci allontaniamo dal lago spostandoci in direzione nord-ovest, inoltrandoci in una zona dalle abitazioni basse e colorate, molto simile a quelle di Londra. La nostra meta? Il Biograph Theater, davanti al quale, nel luglio del 1934 fu ucciso John Dillinger, rapinatore di banche considerato dall'FBI "nemico pubblico n.1". In realtà, Chicago sembra ansiosa di dimenticare il suo celebre passato di città culla dei criminali, per cui non è una gran sorpresa trovare che un posto così celebre non sia affatto celebrato! Ma se qualcuno di voi, come noi, è ammiratore dell'attore Johnny Depp, potrebbe essere interessato a provare l'emozione di calpestare lo stesso quadrato di cemento su cui egli ha finto di morire. In tal caso, due porte più in là, noterete un piccolo ed anonimo locale, chiamato Vini's Pizza (2429 N Lincoln Ave): la pizza non è male, e mentre pagate potete ammirare uno foto incorniciata con tanto di autografo del vostro idolo.
Le nostre gambe, a questo punto, hanno iniziato ad avvertire un po' di stanchezza, così abbiamo deciso di usufruire della metropolitana di superficie. Ma ogni esperienza sembra regalare una bella sorpresa: il mezzo di trasporto non sarà forse dei più efficienti, ma aggirandosi per il centro città sospeso tra un grattacielo e l'altro offre una vista da giro turistico!
Per chiudere ceniamo con la famosa pizza Chicago stile. L'originale può essere gustata nel locale che la inventò nel lontano 1943, Pizzeria Uno; se l'attesa è troppo lunga basta percorrere pochi metri fino a Pizzeria Due. L'ambiente è da film americano, con tavoli piccoli e tovaglie a quadri, e non manca neppure chi decide di mangiare sul bancone. La pizza certo non posso descriverla... no, non posso! Però, non è male... sempre che la si riesca a finire!

sabato 20 marzo 2010

alla scoperta di Chicago... Giorno I












Eccoci qui. La primavera è alle porte, e noi lasciamo la piccola cittadina in cui abitiamo per la città americana per eccellenza... Signori e signori, spring break a Chicago! Ed ecco a voi la città dei grattaceli che si rispecchiano nel grande Lago Michigan, dei locali in cui ascoltare jazz e blues, regno dei più famosi gangsters della storia.
Il pullman di linea proveniente da Indianapolis ci lascia presso la Union Station of Chicago, in una strada che divide i palazzi dai grandi grattacieli. Girato l'angolo, e oltrepassata la linea ferroviaria... ci troviamo davanti, o meglio sotto, la Willis Tower, meglio conosciuta col suo vecchio nome di Sears Tower, attualmente grattacielo più alto degli Stati Uniti e terzo al mondo. Come inizio, non c'è male! Un giro attorno, qualche scatto, e via. Con lo sguardo costantemente diretto verso l'alto, ci aggiriamo per le strade del loop, dove i raggi del sole si riflettono sulle lucenti superfici dei grattacieli. Intanto, sui marciapiedi, americani che vanno e che vengono, uomini e donne d'affari che corrono alla ricerca di un panino e un bicchierone di caffé per il pranzo. Qualcuno si ferma e compra il giornale: qui le tipiche cassette per la vendita autogestita dei quotidiani sono vuote, perché molti poveri, generalmente afroamericani, prelevano tutte le copie per poi rivenderle. Anche così si può sopravvivere.
In meno di un'ora siamo già a Millennium Park, dove i grattacieli si riflettono sul Bean, una sorta di confetto ultra-riflettente la cui curvatura distorce le immaggini dilatando o accorciando le distanze, creando curiosi giochi d'immagine che tutti si devertono a fotografare. Ognuno inventa una nuova posizione, prova un nuovo effetto, tutti affollandosi attorno all'opera... A voi la scelta!
Lasciato Millennium Park, con le sue fontane digitali, le nuove sculture internazionali e tutto il complicato apparato architettonico deputato a proteggere l'anfiteatro dai rumori stradali - sì, perché Chicago ha starde ad alta velocità che spuntano nei punti più assurdi - ci incamminiamo verso il fiume, oltre il quale si trova il nostro albergo.
Dopo una doccia e un po' di riposo, eccoci di nuovo in marcia. Questa volta con passo misurato e andatura ricercata... siamo alla scoperta del Magnificent Mile, ovvero quella che potremmo definire la Via dei Condotti dei Grandi Laghi. Prada, Guess, Burberry, Gucci Victoria's Secret e quant'altro; ma anche Disney Store con un paperino gigante sospeso in aria e un negozio di cioccolato con tanto di mega-distributore spettacolare, che scende dal soffitto. Tutto "all'ombra" dei grattacieli. Proseguiamo fino ad arrivare alla Water Tower, che spunta all'improvviso nel mezzo della strada, e tra tanta grandezza risulta quasi invisibile. Subito dietro, il John Hancock Center, valida alternativa alla Willis Tower se si vuole ammirare il panorama: al piano 94 potete scegliere tra ristorante e bar. Un piccolo "segreto": la vista migliore la si può godere dal bagno delle donne, dove le porte si affacciano su una parete a vetro che domina tutta la Chicago che conta... Spiacente per i maschietti!!