lunedì 7 dicembre 2009

cervelli sotto zero

Ah, l'America! E' proprio quando credi di aver visto ormai tutto, che scopri qualcosa di nuovo e straordinariamente... allucinante!

In quanti film o telefilm, uno fra tutti Desperate Houswives, uno degli ultimi episodi della seconda serie, avrete sentito parlare di confraternite? Di solito sono due uomini di mezza età che si incontrano e scoprono di aver fatto la stessa università, e di essere stati nella stessa confraternita, e allora ne scaturisce un clima di cameratismo che permette ai due di superare anche il più insormontabile dei problemi. Ma di che si tratta? Ogni volta rimaniamo un po' straniti, senza capire granché.
Nella piccola città universitaria in cui viviamo ci sono forse una cinquantina tra fraternity e sorority, ognuna contraddistinta da una o due lettere greche, probabilmente iniziali di un motto estremamente stupido. Gli appartenenti ad una fraternity, tutti di sesso maschile, mentre come le sorority sono ovviamente l'equivalente femminile, vivono nella stessa fraternity house, una sorta di villa pacchiana in stile pressoché grecizzante. E se timpani e colonne non fossero abbastanza per riconoscere questi edifici, certamente verrebbero in aiuto le pitture sui marciapiedi e gli enormi striscioni che spesso ricoprono fino a metà della facciata. Cosa fanno i confratelli e le consorelle? Questo non lo abbiamo ancora capito. Guardando da fuori, sembrerebbero gruppi di persone accomunati dall'interesse per lo stesso tipo di stupidaggini, che vivono insieme sotto la protezione di una sorta di mamma colletiva - evitando così la magra solitudine di una vita completamente autonoma. Chi ne fa parte, parla invece di una comunione di interessi sociali ed umanitari. Secondo la loro versione le feste sarebbero ufficialmente vietate... chissà allora chi sono quei ragazzi che ballano suo loro muretti sulle "note" di musiche da discoteca udibili fino alla città vicina? Ma la verità sta sempre nel mezzo, come suol dirsi!
E arriviamo a ieri. Cielo grigio, 5 del pomeriggio e 0°C, file di venti o tranta ragazze in attesa nel vialetto di ciascuna sorority, mentre una o due membre si agitano davanti il portone incitandole... Pazzia? No: è la settimana del reclutamento. Le ragazze del primo anno vengono ricevute ed intervistate, e le più fortunate saranno ammesse nella sorority a partire dall'anno successivo. Io, da parte mia, pensavo che dovessero superare qualche prova, tipo bere 2 litri di birra, fare la doccia gelata, o qualche altra cosa del genere. Invece solo un intervista; dicono. Ma una dovrebbe aspettare fuori al gelo, in fila, per chissà quanto, solo per essere forse ammessa in un gruppo di cretine contraddistinte da un pi greco e una delta? Ma per favore! E appena finito il colloquio da una parte, di corsa ci si sposta verso un'altra house, e lì di nuovo in fila, ad aspettare, mentre i piedi ti vanno in cancrena.
Eppure, sapete qual è stata la cosa più assurda? Vedere che l'università aveva organizzato un servizio autobus specile apposta per l'evento. Cose d'oltroceano!

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